La sindrome delle apnee del sonno (OSAS) si presenta quando durante il sonno si verificano episodi ripetuti di completa o parziale ostruzione delle vie aeree superiori. Questi momenti durano più di 10 secondi, con una frequenza maggiore di 10 volte nell’arco di un’ora.
È difficile accorgersene, e ancor più difficile è non sottovalutare i campanelli d’allarme che dovrebbero portarci a chiedere consiglio al medico. Perché le apnee notturne non curate possono avere conseguenze a lungo termine sulla salute del nostro corpo, e causare una riduzione della qualità della vita.
La diagnosi è spesso resa difficile dal fatto che il fenomeno ostruttivo non è subito riconducibile all’OSAS ed è comunque laborioso riuscire a ricostruire un quadro completo della situazione. Al fianco del medico e dell’odontoiatra però è possibile raccogliere i primi sintomi, definiti “sentinelle diagnostiche” e trovare insieme una soluzione.
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Le “sentinelle diagnostiche” dell’OSAS
Tra i sintomi della sindrome delle apnee del sonno c’è sicuramente il russamento e lunghe pause respiratorie nel corso della notte che vengono generalmente riportate al medico dal partner del paziente. Il paziente inoltre si risveglia bruscamente a causa di una sensazione di soffocamento, ha il sonno notturno agitato spesso con sudorazione eccessiva e si ritrova con la bocca secca al risveglio mattutino.
Una spia d’allarme che non bisogna sottovalutare è il senso di stanchezza che il paziente porta addosso per tutta la giornata. Tanto che è facile che abbia qualche colpo di sonno in luoghi inusuali, come in autobus o al lavoro.
Le conseguenze delle apnee notturne non curate
A soffrire di OSAS sono 2 milioni di italiani e troppo spesso i sintomi iniziali vengono liquidati come normali. Chi è che non russa ogni tanto la notte, del resto? Ma le conseguenze delle apnee notturne non curate possono essere anche gravi.
In primo luogo, le apnee del sonno incidono sulla qualità della vita. È più facile ad esempio avere colpi di sonno nel corso della giornata, quindi mettersi alla guida di autoveicoli è più rischioso che per una persona senza questo disturbo. La sindrome influisce inoltre sulle relazioni sociali. Non solo per il russamento notturno, ma perché la mancanza di un buon riposo porta ad essere apatici durante la giornata, con difficoltà di concentrazione, sonnolenza generalizzata a ogni ora e variazione dell’umore (tra cui anche la depressione).
La mancanza di ossigenazione del corpo ha, ovviamente, anche conseguenze sulla salute. Il respiro è vitale per sopravvivere: ogni volta che riempiamo i polmoni il nostro corpo guadagna ossigeno, uno dei carburanti preferiti dall’organismo, dalla più lontana area del cervello fino alla pianta dei piedi. Nei pazienti che sono affetti da OSAS, il debito di ossigeno (ipossia) può sfociare in malattie cardiovascolari tra cui ci sono aritmie, diabete, infarto del miocardio, insufficienza cardiaca, congestizia, ictus. Anche l’ipertensione arteriosa conclamata può essere conseguenza delle apnee notturne: curando queste ultime si riesce a ridurre l’uso di farmaci per il controllo della pressione.
In ultimo, il bruxismo notturno e/o diurno è scatenato dal sistema nervoso centrale in conseguenza delle apnee.
Come si effettua la diagnosi
Qualche episodio sporadico di russamento notturno non deve allarmarci, ma se vediamo il ripetersi dei sintomi descritti nella nostra vita quotidiana, sentire il parere di un medico non è mai una brutta idea.
Per prima cosa è utile domandare a partner o famigliari. Ci sentono russare? Quanto? Secondo il loro parere, la frequenza di episodi in cui siamo in apnea è preoccupante? Fatta questa piccola ricerca sulle nostre “sentinelle diagnostiche”, possiamo contattare il medico di base che valuterà questi primi sintomi e deciderà se indirizzarci in uno studio dedicato ai disturbi respiratori del sonno dove sarà possibile iniziare l’analisi.
Anche l’odontoiatra specializzato in disturbi del sonno può aiutare a raggiungere una diagnosi e infine avviare la terapia. Ne abbiamo parlato qui.